sabato 20 dicembre 2014

Qualcosa di caldo



Questa paciosa signora bionda con la lunga treccia arrotolata e il vestito tipico del folclore russo, è Nastja, il mio copriteiera (il maschile le fa arricciare il naso e non le si può dare torto). Viene da Mosca. Ha ventisette anni e in Italia l’hanno ridotta in alcune epoche della storia di famiglia al rango di giocattolo e  di tiragraffi,  ma lei, consapevole di avere una missione,  è riuscita a conservare una propria bellezza, attraversando a schiena dritta (solo un tantino pencolante all’indietro per via del sottogonna imbottito che si è po’ schiacciato) quella straordinaria avventura che è la vita quotidiana. Nonostante le si sia ingrigita la pelle e spelacchiato il naso,  il volo della sua sottana rigonfia sa ancora  tenere in caldo una teiera, com'era stata destinata a fare nel tradizionale rito russo del tè. Con la sua compagna di viaggio, che in questo momento la sta impunemente declassando a misero post di un blog e che è figlia di un’altra cultura nonché convinta amante del caffè, mantiene un rapporto solido e cordiale, fondato sull'assioma che gli usi e i costumi degli altri non sono né migliori né peggiori ma solo diversi.