venerdì 30 maggio 2014

Bloguear, rebloguear, blogear, reblogear (rispondendo per le rime)


In spagnolo è un neologismo.
Se lo scrivi per istinto
può uscirti un esperpento:
scriveresti «blogeando».
Poi ci pensi e ti domandi,
ma perché la sto aspirando?
Se in origine c’è una g dura,
inflessibile per natura,
io la devo rispettar:
scelgo dunque bloguear.
Poi mi tuffo nella rete,
per veder se piglio un pesce:
e in effetti vo a scoprire
che l’ipotesi ottimale
vuole un suono gutturale.
Me lo dice chiaramente

Ringrazio la mia amica Laura per il dubbio ortografico e l’ispirazione a scrivere questo post esperpéntico.
* La g [x] seguita dalla «e» in spagnolo ha un suono aspirato.
Pe ottenere il suono [ɣ̞], gutturale, la si fa seguire dalla «u».

mercoledì 28 maggio 2014

Definizione di traduttore (reblogueando...)

Nel mio vocabolario personale alla voce traduttore si possono trovare, fra tante altre,  queste accezioni: 1. Soggetto bibolare che legge in una lingua e scrive in un'altra contemporaneamente // 2. t. letterario: tipo di traduttore che si ostina a scrivere romanzi e racconti che sono già stati scritti //2a t. letterario italiano: innamorato che, nonostante la scarsa retribuzione, non può fare a meno di amare il proprio mestiere.

L'articolo in cui ne parlo si trova qui:
Micropost 

domenica 25 maggio 2014

Sostengo l'Europa



Questo blog sostiene l'Europa e la babele delle sue lingue. È a favore di un mondo dal respiro ampio, anche se costruirlo comporta dei problemi. Benché il suo lavoro sia talvolta solitario, il traduttore è un animale sociale.

mercoledì 21 maggio 2014

Un libro sul naso


Cerco di spolverare i libri dell'ultima mensola d'angolo, sopra la porta, spazio  riservato a quei reietti che non uso più o non ho mai usato. A Mosca, da studente, compravo qualsiasi dizionario mi capitasse per le mani: costavano poco, erano ben fatti. Ho il dizionario latino-russo, un volume della lingua russa del XVIII secolo (la lettera B), un paio di tomi della lingua russa del XVI-XVII secolo, il dizionario russo-portoghese e quello neogreco-russo (già più sensato: il greco moderno lo studiavo), nonché un volume di un vocabolario bielorusso. Ne faccio una pila e li sposto in un canto, in bilico, ma la pila è troppo precaria (come il lavoro del traduttore letterario) e mi cade in testa. Sul naso mi arriva di spigolo un esemplare verde, con la copertina in brossura. Non per questo fa meno male. Ci impiego qualche istante prima di trovare divertente l'accaduto (il tempo che serve al naso per assorbire il colpo, i minuti in cui penso che questi libri potrei buttarli tutti, ma è un pensiero indegno). Poi raccolgo il colpevole. È rettangolare, tipo ciclostile, non troppo fotogenico nella sua austerità. Me lo ricordo questo manuale e l'ho usato  molto. È il Dizionario fraseologico di russo tecnico di Canzio Vandelli. L'avevo avuto in dotazione dall'Italimpianti, quando facevo l'interprete nel cantiere di Volžskij.  Canzio Vandelli era stato infatti il coordinatore dell'ufficio traduzioni dell'azienda. Era un poliglotta, lo leggo in rete. Improvvisamente provo nostalgia. Sono gli scherzi che fa il tempo che passa: mi viene tenerezza per la passione con cui studiavo, leggevo, onnivora, tutto quel che trovavo. Sento una certa malinconia per le pagine e pagine di russo tecnico che ho tradotto, per la burbanza con cui volgevo interi protocolli dall'italiano in russo,  con la macchina da scrivere. La botta sul naso deve avermi destabilizzato.  Comunque sia, trovo giusto rendere omaggio a Canzio Vandelli, che non ho mai conosciuto, per avermi regalato questo sentimento incerto. Essendo lui stato anche scrittore, non può non avere amato Gogol' e i suoi spettacolari racconti. Perciò mando il mio naso in carrozza, a salutarlo senza rancore e con gratitudine dalla Prospettiva Nevskij.

giovedì 15 maggio 2014

La metropolitana e le rose

Il 15 maggio 1935 venne inaugurata la prima linea della metropolitana di Mosca.
Mi ricordo di quella volta (erano gli anni Ottanta) che comprammo un mazzo di rose dentro il metrò. Volevamo portarle alla ragazza che ci aveva invitate a cena. Uscimmo dalla stazione con il nostro sparuto mazzetto. Fuori faceva così freddo che appena cominciammo a camminare le povere rose si ripiegarono sullo stelo, come svenute. Tornammo nel metrò, comprammo un altro mazzo, infilammo i boccioli dei fiori in un colbacco, senza calcarlo troppo, e li portammo a destinazione. Le rose in colbacco arrivarono  abbastanza presentabili.
Benché fosse sempre affollata, immensa e faticosa, ricordo la metropolitana di Mosca con piacere, soprattutto in inverno.

 Metropolitana di Mosca
Racconta dell'inaugurazione della metropitana di Mosca Marcello Flores, su Wikiradio

lunedì 12 maggio 2014

BRING BACK OUR GIRLS

Questo blog aderisce alla campagna per la liberazione delle ragazze nigeriane rapite. Per la libertà di tutte le ragazze del mondo. Se non servono a cambiare il mondo, a cosa servono le parole?


mercoledì 7 maggio 2014

Sono viva!

Una bella mostra al PAC di Milano fino all'8 giugno: Estoy viva.
Regina José Galindo viene dal Guatemala ed è un'affermata artista di performance. Testimonia in questa sua mostra la violenza subita dalle donne del suo paese in tanti anni di guerra. E dunque la violenza subita da tutte le donne.
Qualche frase presa da una sua intervista: «La vida está en crisis. ¿Qué hacemos? ¿Le damos la vuelta o salimos a pelear por la vida?» Ci battiamo per la vita o le voltiamo le spalle?
«El error más grande de la Humanidad ha sido sentirse diferente al otro.»
Il link della mostra è qui. Ci si trovano dei video interessanti.
Regina José Galindo
Me l'ha segnalata Chiara Ujka, che alla mostra ha collaborato con le sue traduzioni  (dove c'è una lingua straniera tradotta c'è sempre un traduttore).