lunedì 20 ottobre 2014

Homoparental, chupi y serendipia

Imagen de la cubierta del nuevo «Diccionario de la lengua española».Ho elencato nel titolo tre belle parole che entrano di diritto nella nuova edizione del dizionario Rae (il dizionario della Real Academia Española). Non nella lingua, nella lingua ci sono già entrate. Come nella grammatica, prima viene l'uso e poi lo si attesta.
Homoparental: si dice di una famiglia formata da due persone dello stesso sesso e figli.
Chupi: una persona bella, una bella serata, dalla parola yupi, che gioia! Ha un bel suono. Allegro.
Serendipia: una grande scoperta avvenuta per caso. Viene, ancor prima che dall'inglese, dall'arabo Serendip.
Poi purtroppo entrano anche feminicidio e mileurista (nel senso: che sfortuna aver solo mille euro al mese...) La lingua è testimone attendibile della realtà.
Sono invece felice di tuitear e tuitero e tuiteo. Detto scritto.
Ecco un piccolo elenco preso da ABC. Nuevas palabras RAE

giovedì 9 ottobre 2014

¡Agua en Zaragoza!

Così bella e preziosa, merita un po' di spazio. Guardarsi intorno: è la prima cosa.
Acqua e Sviluppo Sostenibile. Dalla visione all'azione. Conferenza annulae dell'ONU, 15-17 gennaio 2015, a Saragozza.

martedì 7 ottobre 2014

Arte e geloni (per una fenomenologia delle scarpe)



3 passeggiataPartendo per Mosca, quell'anno mi ero portata una serie incredibile di scarpe sbagliate. Un paio mi era stretto, un altro non teneva i piedi in caldo. Per fortuna, avevo delle décolleté nere di raso, il tacco alto e sottile e una leggera spruzzata di brillantini sulla punta. Come si capirà, non erano adatte a camminare per strada (l'inverno a Mosca arrivava presto e con lui la neve), in compenso, ogni volta che andavo a una festa, qualche signora russa me le voleva comprare. Dico questo perché volevo parlare della retrospettiva di Chagall a Palazzo Reale, che andrò a vedere con sicura emozione poiché lo trovo un artista straordinario (e abuso con piacere di questo aggettivo), e mentre stavo per parlarne, mi è tornata in mente la fila infinita che feci per vedere la mostra delle sue opere al museo Puškin nel 1987: era talmente lunga, avevo i piedi talmente gelati, che, arrivata all'interno della sala, non mi rimaneva quasi più energia per ammirare i quadri e  mi sarebbe tanto piaciuto essere una delle sue fidanzate fluttuanti, tenute per mano dallo sposo, lievi come un palloncino.