Giornata compulsiva. Sonno. E le fotocopie per domani.
Silvia, vieni a letto, io spengo. Arrivo. In bagno, bang, la porta. Umpf, ok,
ok, faccio meno casino. Vent’anni che non so chiudere la porta. Allora, corso
di traduzione. Recuperare bozze corrette. Caspita che occhi gonfi. Aspetta che
lavo gli occhialini clorati.
Cercare video
per il corso di russo. Trovare esempi per il congiuntivo spagnolo. Lavarsi i
denti. Uffa che stanchezza, vorrei essere già a letto. Soddisfatta del titolo
del laboratorio. Mi spalmo un po’ di crema per le mani, al biscotto. Che
profumo. Ho riempito o no la ciotola della gatta. Vado a vedere. Silvia, non hai
spento la luce in bagno. Clang. Mi è scappato lo sportello. Grrr. Scusa. Svuoto
la borsetta già che ci sono. Otto fazzoletti di carta usati una sola volta.
Scontrini delle colazioni in piscina. Non lo so, tradurre offuscare per
traslato o essere più aderente all’originale. Sono indecisa. Venti gocce di vitamina
D, il calciferolo non mi ama. Quasi compro i biglietti del treno. Mah, preparare
un breve curriculum. Non ho ancora letto il giornale. Rispondo alle mail di
due studenti. A una redattrice che ha un dubbio, a un’amica che chiede un
consiglio. Sbrigo la corrispondenza, dico io. Sarà passata l’influenza a Sofia.
La vedo così poco. Tiro fuori i vestiti per domani. Ho già preparato tutte le
lezioni della settimana. Le vorrei interessanti. Tanti libri da leggere, ma per
farlo non dovrei dormire. Per fortuna che ho letto. Ah, il giornale. Eccomi.
Pulisco la sabbietta, chiudo il terrazzo. Ohi,
cambio l’acqua ai fiori, poveri. Ciabatto. La luce
in bagno. Vero. Mi fa gli scherzi. Raffaella
va in Giappone. Contenta. Occhiatina nello specchio. Ehi tu, mi sei diventata
una donna un po’ persa nei propri pensieri. Parli da sola per strada. Non m’importa.
Mi corico. Piede gelato contro gamba rovente. Accolta. Spiace molto che sia
morto Luca Ronconi. Leggo. Tristezza per le donne nel mondo. Ti pare che si
possa sfogliare il quotidiano all’una di notte. Trapunta che si agita stizzita.
In effetti no, la carta fruscia ed è già un altro giorno. Senti, mi aiuti a
preparare delle slide. Occhio semiaperto. Breve bagliore di interesse. Per cosa
ti servono. Ok, domani ci guardiamo. Colloquiale. Grazie. Bacio. La micia si accoccola su
una poltrona vicina. Rifletto. Progetti. Sarò all’altezza. Sensi di colpa. I
miei in un’altra città. Assenze. Mi rigiro. Un braccio che si allunga sul mio
seno. Una strizzatina. Sorriso soddisfatto. Si dimentica la mano. Si
riaddormenta. Il futuro è incerto. Lo è da sempre, nei secoli dei secoli. Clic.
Tenebre. Sto proprio bene qui, a pensare in questa cuccia al buio, con il suo
palmo caldo sul petto.
La felicita è complessa.
La felicità è semplice.