mercoledì 25 febbraio 2015

Vado a dormire




Giornata compulsiva. Sonno. E le fotocopie per domani. Silvia, vieni a letto, io spengo. Arrivo. In bagno, bang, la porta. Umpf, ok, ok, faccio meno casino. Vent’anni che non so chiudere la porta. Allora, corso di traduzione. Recuperare bozze corrette. Caspita che occhi gonfi. Aspetta che lavo gli occhialini clorati.  Cercare video per il corso di russo. Trovare esempi per il congiuntivo spagnolo. Lavarsi i denti. Uffa che stanchezza, vorrei essere già a letto. Soddisfatta del titolo del laboratorio. Mi spalmo un po’ di crema per le mani, al biscotto. Che profumo. Ho riempito o no la ciotola della gatta. Vado a vedere. Silvia, non hai spento la luce in bagno. Clang. Mi è scappato lo sportello. Grrr. Scusa. Svuoto la borsetta già che ci sono. Otto fazzoletti di carta usati una sola volta. Scontrini delle colazioni in piscina. Non lo so, tradurre offuscare per traslato o essere più aderente all’originale. Sono indecisa. Venti gocce di vitamina D, il calciferolo non mi ama. Quasi compro i biglietti del treno. Mah, preparare un breve curriculum. Non ho ancora letto il giornale. Rispondo alle mail di due studenti. A una redattrice che ha un dubbio, a un’amica che chiede un consiglio. Sbrigo la corrispondenza, dico io. Sarà passata l’influenza a Sofia. La vedo così poco. Tiro fuori i vestiti per domani. Ho già preparato tutte le lezioni della settimana. Le vorrei interessanti. Tanti libri da leggere, ma per farlo non dovrei dormire. Per fortuna che ho letto. Ah, il giornale. Eccomi.  Pulisco la sabbietta, chiudo il terrazzo. Ohi, cambio l’acqua ai fiori, poveri. Ciabatto. La luce  in bagno. Vero. Mi fa gli scherzi. Raffaella va in Giappone. Contenta. Occhiatina nello specchio. Ehi tu, mi sei diventata una donna un po’ persa nei propri pensieri. Parli da sola per strada. Non m’importa. Mi corico. Piede gelato contro gamba rovente. Accolta. Spiace molto che sia morto Luca Ronconi. Leggo. Tristezza per le donne nel mondo. Ti pare che si possa sfogliare il quotidiano all’una di notte. Trapunta che si agita stizzita. In effetti no, la carta fruscia ed è già un altro giorno. Senti, mi aiuti a preparare delle slide. Occhio semiaperto. Breve bagliore di interesse. Per cosa ti servono. Ok, domani ci guardiamo. Colloquiale. Grazie. Bacio. La micia si accoccola su una poltrona vicina. Rifletto. Progetti. Sarò all’altezza. Sensi di colpa. I miei in un’altra città. Assenze. Mi rigiro. Un braccio che si allunga sul mio seno. Una strizzatina. Sorriso soddisfatto. Si dimentica la mano. Si riaddormenta. Il futuro è incerto. Lo è da sempre, nei secoli dei secoli. Clic. Tenebre. Sto proprio bene qui, a pensare in questa cuccia al buio, con il suo palmo caldo sul petto.  La felicita è complessa. La felicità è semplice.