«Perfetto. Io dico una sdrucciola trisillabica e tu rispondi con altre due, con le stesse vocali o perlomeno che ne riprendano due nella prima e nella terza sillaba. Ci sei? Per esempio: se io avessi detto solamente “pargolo”, tu avresti potuto rispondere “pallido” o “scapolo”. Hai capito?»
«Credo di sì. Ma cosa vinco se
vinco?» domandò il principe in un tentativo di pleonasmo, a mo’ di riscaldamento.
«Oh, non è un granché» meditò il
retore: «“Cosa vinco se vinco?”… ma non sei privo di qualità. Mettiamo… che
anche se vinci non convinto di vincere, vincerai ciò cha avresti perduto
perdutamente: la tua anima!»
«Ma se un momento fa hai detto che
di quella pallida lucciola squallida te ne infischiavi…»
«Be’, ma è pur sempre qualcosa.
Comunque, facciamo così: diciamo allora che se perdi tre volte, me la tengo
comunque. Sei d’accordo? Sì o sì?» L’altro non poté far altro che accettare
controvoglia una alternativa tanto assurda. «Anzi, aggiungerò qualcos’altro. Se
tu mi batti una sola volta, il gioco finisce.» Juan sembrò più sollevato.
«Benissimo. Allora, ecco la seconda: Magico.»
«Bene, bene…»
«Ora tocca a me…» si entusiasmò il
mio principe. «Metodo!»
«Oh, troppo facile: Reprobo, Medico!
Sta a me: Arido!»
«Ehm…» esitò pericolosamente lo sfidato: «Valido,
Pallido!»
«Non vale. “Pallido” è già stato detto. Perdi. Ancora io: Fulgido!»
«Fulgido? Rustico, Putrido! E io dico: Algido!»
«Uhm…Infulo, Pubico!»
«Da dove hai tirato fuori quella parolina? “Infulo” non
esiste. E perdi la seconda volta. Attenzione adesso: Regolo.»
«Reprobo, Perfido! Sta a me: Succubo.»
«Non esiste.»
«Sì, invece!» protestò Juan.
«No!»
«Controlla nel Libro di Ermes!»
«Non gridare!» sbraitò allora
Satanasso. Un silenzio minaccioso calò tra loro. Il mio principe non osava
nemmeno alzare la testa, tuttavia non si scusò. Alla fine, l’altro riprese:
«Credi che io sia uno stupido, rigido, stolido? Tu vuoi solo vedere quel libro, per cercare di rubarmelo!»
«Io dico solo che quella parola
esiste» ribatté ancora Juan, benché in tono più tranquillo. «In realtà, tu non
vuoi che esista, proprio per via del suo significato» azzardò di nuovo lo
sfidato.
«Cosa? Cosa diavolo significa “succubo”?»
«Proprio questo: diavolo.
Cercalo.»
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