sabato 20 dicembre 2014

Qualcosa di caldo



Questa paciosa signora bionda con la lunga treccia arrotolata e il vestito tipico del folclore russo, è Nastja, il mio copriteiera (il maschile le fa arricciare il naso e non le si può dare torto). Viene da Mosca. Ha ventisette anni e in Italia l’hanno ridotta in alcune epoche della storia di famiglia al rango di giocattolo e  di tiragraffi,  ma lei, consapevole di avere una missione,  è riuscita a conservare una propria bellezza, attraversando a schiena dritta (solo un tantino pencolante all’indietro per via del sottogonna imbottito che si è po’ schiacciato) quella straordinaria avventura che è la vita quotidiana. Nonostante le si sia ingrigita la pelle e spelacchiato il naso,  il volo della sua sottana rigonfia sa ancora  tenere in caldo una teiera, com'era stata destinata a fare nel tradizionale rito russo del tè. Con la sua compagna di viaggio, che in questo momento la sta impunemente declassando a misero post di un blog e che è figlia di un’altra cultura nonché convinta amante del caffè, mantiene un rapporto solido e cordiale, fondato sull'assioma che gli usi e i costumi degli altri non sono né migliori né peggiori ma solo diversi.  

domenica 23 novembre 2014

Provare pena

Quando vado al cinema e vedo un film che mi piace, porto sempre a casa qualcosa. Una sensazione, un dejà vu, un sorriso, una lacrima all'angolo dell'occhio, un'idea, una voglia, un colore, una nuova energia, a volte anche la convinzione che tutto sia possibile.  Dal bel film di Ermanno Olmi porto via un intenso sentimento di pena.  Dopo aver visto decine di capolavori in cui la guerra suscitava orrore e raccapriccio, ieri sera davanti allo schermo di un piccolo cinema del centro mi sono perfettamente immedesimata nei soldati raggelati dentro un buco, nei loro panni inadeguati, nell'attesa di una lettera, nella consolazione di un topolino che rosicchia una pallina di pane, nella magia di un larice senza foglie che brilla come oro, nella bellezza di una volpe, nella paura impotente e nell'ingiustizia di non avere scelta. Noi, italiani radicati nel territorio, veniamo da lì.  Poveri soldatini, poveri esseri umani.
torneranno i prati è scritto in minuscolo, parla di un episodio minimo, una sola ora della vita  di un manipolo di uomini, e forse non è un film perfetto, ma è grandissimo, pieno di una poesia dolente, con una fotografia impeccabile, meravigliosa.
Allora, da Straduttore, rilancio l'espressione «provare pena» nel senso di mettersi nei panni degli altri e di lasciarsi andare ogni tanto alla retorica di essere umani, recuperando la memoria.
Allego anche un consiglio, una lettura, un libro che ho tradotto anni fa, e  non so se in italiano si trova ancora, ma in spagnolo senz'altro sì. Si intitola L’Ombra dell'aquila (La sombra del águila) è di Arturo Pérez Reverte. Altri dolori, altri ghiacci, le stesse assurdità. Lì affrontate con una qualche ironia. L'ironia involontaria e feroce della Storia.

mercoledì 19 novembre 2014

Una questione di principio che condivido pienamente.

Riporto  qui sotto il testo della petizione di Biblit. A questo link si può firmare.
Petizione

Spett. Più Libri Più Liberi,
nel 2002, abbiamo salutato la prima edizione di Più Libri Più Liberi come una preziosa opportunità di confronto tra professionisti dell’editoria e lettori e un importante segnale di attenzione nei confronti di un settore vivace, ma non sempre adeguatamente considerato, come quello della piccola e media editoria.

Nel corso degli anni abbiamo assistito al passaggio in fiera di tanti autori — scrittori, traduttori, illustratori — e ascoltato con interesse la loro voce, uscendone ogni volta umanamente arricchiti e convinti che la buona editoria si fondi sul dialogo e sulla capacità di valorizzare non solo la creatività, ma anche la professionalità e l’esperienza, di quanti mettono con passione la propria opera al servizio della conoscenza.

È con vivo sconcerto, dunque, che abbiamo appreso la decisione dell’organizzazione di Più Libri Più Liberi di escludere quest’anno gli autori dalle categorie di visitatori professionali aventi diritto all’accredito, prevedendo come figure professionali solo editori non espositori, librai, bibliotecari, distributori/promotori, insegnanti e agenti librari.

Non conosciamo le motivazioni di tale scelta, ma se essa è stata dettata dall’esigenza di ridurre i costi di gestione, quanto mai comprensibile e diffusa nell’attuale temperie economica, riteniamo che vi fossero altre soluzioni praticabili quale, ad esempio, garantire a tutte le categorie professionali un ingresso a prezzo ridotto, anziché gratuito, come d’altronde avviene nelle principali fiere editoriali italiane.

Se si considera, poi, che per godere dell’ingresso a prezzo ridotto a Più Libri Più Liberi è sufficiente essere in possesso di un biglietto dell’autobus timbrato in giornata, la scelta di escludere gli autori appare ancora più umiliante e ingiusta.

Vi chiediamo, pertanto, di tornare sulla vostra decisione e di inserire a pieno titolo gli autori tra le categorie aventi diritto all’accredito.

Una fiera editoriale che non riconosce il ruolo di chi i libri li scrive, li traduce, li illustra rinuncia alla sua ragione di esistere.
Biblit, network per traduttori letterari

lunedì 20 ottobre 2014

Homoparental, chupi y serendipia

Imagen de la cubierta del nuevo «Diccionario de la lengua española».Ho elencato nel titolo tre belle parole che entrano di diritto nella nuova edizione del dizionario Rae (il dizionario della Real Academia Española). Non nella lingua, nella lingua ci sono già entrate. Come nella grammatica, prima viene l'uso e poi lo si attesta.
Homoparental: si dice di una famiglia formata da due persone dello stesso sesso e figli.
Chupi: una persona bella, una bella serata, dalla parola yupi, che gioia! Ha un bel suono. Allegro.
Serendipia: una grande scoperta avvenuta per caso. Viene, ancor prima che dall'inglese, dall'arabo Serendip.
Poi purtroppo entrano anche feminicidio e mileurista (nel senso: che sfortuna aver solo mille euro al mese...) La lingua è testimone attendibile della realtà.
Sono invece felice di tuitear e tuitero e tuiteo. Detto scritto.
Ecco un piccolo elenco preso da ABC. Nuevas palabras RAE