martedì 17 settembre 2013

L'importanza di chiamarsi Federico.


Mi innamoro di Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola.
In testa mi sono rimasti i versi iniziali di García Lorca. Così recupero l'originale e mi diverto a tradurli. Che insuperabile maniera di esprimere lo straniamento ha trovato il poeta negli ultimi due versi! (Come sarebbe utile  il punto esclamativo retroverso spagnolo all'inizio della frase che ho appena scritto…) Di seguito l'originale e un primo abbozzo di traduzione (con l'intenzione di rielaborarla nel tempo).

De otro modo                                                     Altrimenti
(Federico García Lorca)

La hoguera pone al campo de la tarde,                Il falò mette ai campi della sera
unas astas de ciervo enfurecido.                         dei palchi da cervo infuriato.
Todo el valle se tiende. Por sus lomos,                Tutta la valle si tende. Per i dossi,
caracolea el vientecillo.                                       caracolla il venticello.

El aire cristaliza bajo el humo.                            L'aria cristallizza sotto il fumo.
¿Ojo de gato triste y amarillo?                            Occhio di gatto triste e giallo?
Yo en mis ojos, paseo por las ramas.                  Io nei miei occhi, vago per i rami
Las ramas se pasean por el río.                          I rami vagano pel  fiume.       


Llegan mis cosas esenciales.                              Vengono le mie cose essenziali.
Son estribillos de estribillos.                               Sono ritornelli di ritornelli.
Entre los juncos y la baja tarde,                         Tra i giunchi e la tarda sera,
¡qué raro que me llame Federico!                      com'è strano chiamarsi Federico!
                                                                         Traduzione di Silvia Sichel

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