venerdì 20 settembre 2013

Dal baule delle nonna: racconto a episodi stile torta da credenza. III



La vita di Tino e la mia mamma fu misera ma non brutta.  Le nozze caddero in un giorno d’autunno. Si sposarono in chiesa. Lei indossava un completino fiorato, giacchino avvitato e gonna a godet, niente abito bianco, anche se erano due cuori puri. In paese si era sparlato di loro per nove lunghissimi mesi di pianto (di Emilia, che così si chiamava la mia mamma) e di urla (del suo papà); di rabbia (del mio nonno paterno) e di gioia (del mio incauto genitore). Poi venni al mondo io. Un muso stropicciato e paonazzo. Un ciuffo di stoppa sul cucuzzolo. Una fatica a strapparmi un osanna. Il nonno paterno si commosse, il padre di Emilia storse la bocca in un mezzo sorriso, Emilia smise di singhiozzare, e il mio papà si sciolse in un mare di lacrime. Il paese continuò a sparlare. Del matrimonio bacato di lei perché lui aveva appeso il cappello, della dabbenaggine di lui perché lei era una poco seria. 



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