Sto fissando il computer con occhio vacuo. Anche un lavoro amato riserva
qualche delusione. Comincio una pagina, ma poi mi perdo in una raccolta
di poesie: devo sceglierne alcune. La tendenza è di fare le cose alla rinfusa,
oggi. Suonano alla porta. Arriva un plico da un'agenzia letteraria. Un
libro che parla di Čechov. In questo pomeriggio di sole
settembrino, il postino mi sembra Pavel Ivanovič Čičikov, giunto sulla sua
piccola carrozza attraverso la steppa fin qui nella bassa padana, per
portarmi uno spigolo di Russia. Guardo in cielo: il portalettere è ora
Margherita a cavalcioni di una scopa, e mi lancia un manoscritto. Con la testa piena
di visioni letterarie, mi faccio uno spritz. Forse l'inizio di un bel zapoj,*
in stile Mosca sulla Vodka.
*zapoj = la regina delle sbronze (la z è la traslitterazione della s dolce, non è una zeta)
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