mercoledì 21 maggio 2014

Un libro sul naso


Cerco di spolverare i libri dell'ultima mensola d'angolo, sopra la porta, spazio  riservato a quei reietti che non uso più o non ho mai usato. A Mosca, da studente, compravo qualsiasi dizionario mi capitasse per le mani: costavano poco, erano ben fatti. Ho il dizionario latino-russo, un volume della lingua russa del XVIII secolo (la lettera B), un paio di tomi della lingua russa del XVI-XVII secolo, il dizionario russo-portoghese e quello neogreco-russo (già più sensato: il greco moderno lo studiavo), nonché un volume di un vocabolario bielorusso. Ne faccio una pila e li sposto in un canto, in bilico, ma la pila è troppo precaria (come il lavoro del traduttore letterario) e mi cade in testa. Sul naso mi arriva di spigolo un esemplare verde, con la copertina in brossura. Non per questo fa meno male. Ci impiego qualche istante prima di trovare divertente l'accaduto (il tempo che serve al naso per assorbire il colpo, i minuti in cui penso che questi libri potrei buttarli tutti, ma è un pensiero indegno). Poi raccolgo il colpevole. È rettangolare, tipo ciclostile, non troppo fotogenico nella sua austerità. Me lo ricordo questo manuale e l'ho usato  molto. È il Dizionario fraseologico di russo tecnico di Canzio Vandelli. L'avevo avuto in dotazione dall'Italimpianti, quando facevo l'interprete nel cantiere di Volžskij.  Canzio Vandelli era stato infatti il coordinatore dell'ufficio traduzioni dell'azienda. Era un poliglotta, lo leggo in rete. Improvvisamente provo nostalgia. Sono gli scherzi che fa il tempo che passa: mi viene tenerezza per la passione con cui studiavo, leggevo, onnivora, tutto quel che trovavo. Sento una certa malinconia per le pagine e pagine di russo tecnico che ho tradotto, per la burbanza con cui volgevo interi protocolli dall'italiano in russo,  con la macchina da scrivere. La botta sul naso deve avermi destabilizzato.  Comunque sia, trovo giusto rendere omaggio a Canzio Vandelli, che non ho mai conosciuto, per avermi regalato questo sentimento incerto. Essendo lui stato anche scrittore, non può non avere amato Gogol' e i suoi spettacolari racconti. Perciò mando il mio naso in carrozza, a salutarlo senza rancore e con gratitudine dalla Prospettiva Nevskij.

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