domenica 6 dicembre 2015

Un dettaglio


 Dalla bella mostra che Bologna dedica alla famiglia Brueghel e ai capolavori dell'arte fiamminga,* torno a casa con un particolare in tasca. L'ho trovato nell'ultima sala, alla fine di un percorso che è stato un tuffo nel meraviglioso. Sta nel quadretto sulla parete di sinistra, ad affiancare il più celebre Danza nuziale all'aperto, ed è un dipinto di Pieter Brueghel il Giovane: La sposa di Pentecoste. In primo piano si sta preparando il corteo delle contadinelle vestite a festa che accompagnano la ragazzina prescelta. Sono visetti tondi, un po' caricaturali, come nello stile fiammingo. Li guardavo e pensavo al pittore che girava per le sagre paesane in cerca di soggetti per i suoi dipinti; passavo in rassegna insieme a lui la coppia di eleganti notabili, il neonato piscione, i botoli festanti, le  campagnole carnose, i villici sbracati. E poi ho incontrato lei. 
Piccola, che si copre la testa con il gonnellone, in mancanza di un più consono scialle, e mette in mostra la sottanina lacera e la scarpa rattoppata e scalcagnata di bambina più povera di tutte e senza nessuna speranza di essere la protagonista della celebrazione;  e nondimeno per sempre perpetuata, priva di nome e di un vero volto,  dallo sguardo dell'artista che, in un pomeriggio di sole autunnale, me l'ha sparata in faccia e mi ci ha riempito gli occhi, epitome dell'iniquità della vita, eppure dolce.


* Mostra Brueghel, I capolavori dell'arte fiamminga, Palazzo Albergati, Bologna, fino al 26 febbraio 2016

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