domenica 6 settembre 2015

L'universo dorme

l'enorme orecchio appoggiato alla zampa
stellata di zecche
declama Majakovskij nella Nuvola in calzoni e nella traduzione di Serena Vitale.
Ehi cielo,
dico a voi!
Toglietevi il cappello!
Arrivo! 
Togliamoci il cappello. Majakovskij è morto ma sulla sua morte indaga Serena Vitale - un cognome, un segno -  che  ci regala del poeta e dell'uomo un ritratto  vero, un ritratto letterario.
Passo in biblioteca, hanno esposto  il suo romanzo: è un romanzo, è una ricerca, è letteratura.
In copertina un Majakovskij inedito: è la prima volta che lo vedo con quel ciuffo di capelli. Se non sapessi già che il libro parla di lui, non lo avrei riconosciuto. Aguzzo per quel che posso la vista dietro gli occhiali da lettura e leggo:  scheda anagrafica dell'Ochrana di Mosca (Moskovskoe ochrannoe otdelenie). Dunque Majakovskij Vladimir Vladimirovič... data di nascita... altezza... fronte... naso ... baffi...
Immagine tratta dalla copertina 

Il 14 aprile 1930 alle 10.16 del mattino è morto, apparentemente sucida,  il cittadino Majakovskij. Questo più o meno lo sapevo, vediamo cosa mi racconta di nuovo Il defunto odiava i pettegolezzi.
Chino la testa sulla prima pagina e non ne vorrei più uscire. Sono a Mosca, sono negli anni Trenta. Oppure: sono tornata sui banchi dell'università, ho ancora vent'anni. Di sicuro, sto leggendo un romanzo  russo.
Anni fa, quando scrivevo recensioni per qualche giornale, mi dissero:  di un libro che ti piace, non scrivere mai semplicemente che è bello. Ma no. No, invece.
Che bel libro ha scritto Serena Vitale. Bello, molto bello.

Il defunto odiava i pettegolezzi, Serena Vitale, Adelphi

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