giovedì 25 luglio 2013

Per caso






In biblioteca, tra i testi in lingua originale, un libro in spagnolo di un certo Rubén Gallego, di ambientazione sovietica, a quanto pare.
Lo prendo, e solo a casa mi accorgo che l’autore è nato a Mosca, il libro è tradotto dal russo e le mie due lingue d’adozione s’incrociano per caso ancora una volta. Penso a uno pseudonimo dello scrittore, ma non è così. Una parte della vita di Rubén Gallego, quella che gli hanno imposto, è stata crudele, trascorsa internato in orfanotrofi e ospizi sovietici, lui che è paralitico e ha un cervello sopraffino. Un’altra parte della vita, quella che si è costruito da sé, con energia e coraggio, è fatta di lettere d’alfabeto. Scrive bene, Rubén Gallego, con quel suo nome spagnolo e quella sua lingua russa. In Italia lo pubblica Adelphi.
M'imbatto allora in un ricordo. Da interprete, visitai un brefotrofio sovietico. Due colleghi erano stati derubati e assassinati laggiù,nella lontana Russia del sud, e l’azienda per cui lavoravo decise di donare un pulmino all’orfanotrofio locale in ricordo delle due vittime. Era l’alba degli anni Novanta. Chissà che fine hanno fatto quei ragazzini dopo la caduta del muro. Spero possano prendersi anche loro il lusso di rivangare i ricordi. Io, conservo  foto in bianco e nero.

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