venerdì 26 luglio 2013

Storia di un quadro


Mosca primi anni Ottanta.  Un pittore mi propone un ritratto. Lo studio è proprio come m'immaginavo allora  lo studio di un pittore. Pieno di luce, in un sottotetto; odora di vernice. Il pittore indossa una maglia a righe e un basco. È piuttosto bello. Esco dalla seduta che fa buio e salgo su un filobus. La neve, la notte.
Mosca era allora una di quelle città che sanno conservare, seppur malamente, il sapore di molte epoche. Il suo essere moderna era malconcio. Era un posto dove ti sembrava di poter vivere qualche avventura. Era inesorabilmente russa. E il pittore, inesorabilmente pittore.
Era un artista riconosciuto dallo Stato sovietico e le sue opere non potevano essere impunemente esportate. Così, per farlo viaggiare in Italia, non firmò il dipinto.
Ricordo solo un nome: Andrej.

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