sabato 26 ottobre 2013

Dal baule della nonna: racconto a episodi stile torta da credenza. VI


VI 

Primo ai miei occhi di ragazzina sospirosa e indaffarata era un vero adone, nonostante la goffaggine dell'età, i modi bruschi dell'ignoranza, la convinzione che essere un maschio gli avrebbe portato una gran fortuna. E non mi considerava. Ero la sorella più grande, la più sapiente e responsabile. Inoltre, mi stavo avvicinando pericolosamente a quella che allora si riteneva l’età da marito. Età desiderata e funesta a giudicare dalle gobbe delle contadine con i pargoli in spalla. Giulia era la sua ideale compagna di giochi, quella con cui spariva a fare il bagno al fiume; a lei erano riservati i suoi dispetti migliori: il solletico sotto le ascelle, gli strattoni ai capelli nel tragitto casa scuola, gli sgambetti sul sagrato della chiesa. Lei era svagata e canterina. Lui scatenato e giocoso. Io smorfiosetta e pensosa. Mi convinsi dunque che partivo sconfitta. A diciassette anni era già troppo tardi per accorgermi che l’allegria è una benedizione. La  mia vitalità era crepuscolare. Soffrii dunque di gelosia in silenzio, affezionata com’ero ai miei consanguinei, persuasa che non ci dovevo pensare più.

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