Ho letto, grazie a una laureanda di russo che me lo ha
proposto, parte di un breve e interessante saggio di Svetlana Aleksievič. Ne traduco, senza pretese, da un blog russo, un piccolo stralcio.
«Dalle parti della piazza Rossa ho assistito a questa scena: due ragazzi
reggevano un cartello: “Ehi tu, che passi per strada, quanti figli, fratelli,
vicini sei pronto a veder morire perché
la Crimea faccia parte della Russia?” Davanti a me, quei ragazzi
venivano chiamati fascisti, filoucraini, servi degli americani. Li coprivano di
insulti. Due anziane signore facevano il
gesto di sputare nella loro direzione. Il loro cartello è stato ridotto in
pezzi. Dei tizi con giacconi di
pelliccia aperti sul petto, da cui spuntavano grosse croci, hanno chiamato le
guardie: “Portatevi questi imbecilli al comando, altrimenti li linciamo”. È
arrivato un cellulare della polizia e li hanno portati via…. Putin ha puntato
sui bassi istinti e ha vinto. Ma se anche domani Putin non ci fosse più, chi ci proteggerà da
noi stessi?»
Ne approfitto per consigliare la lettura di
qualche bel libro.
Il primo è lo strepitoso I racconti di Sebastopoli di Lev Tolstoj (trad. di V. Tomelleri) e
gli altri sono della stessa Sveltana Aleksievič: Ragazzi
di Zinco (trad. di S. Rapetti), o, per chi legge il russo, visto che non è
ancora stato tradotto in italiano, Vremja Second Hand.
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