Cerco
di ricostruire la storia del prozio Aldo. Era partito giovane e forte per la
campagna di Russia e non è più tornato. Diversi anni fa ho provato a fare
alcune ricerche in internet. Ho trovato il numero dell'Unione nazionale reduci
di Russia e ho scoperto che era morto in un campo di prigionia. Tutto sommato ero stata
contenta di comunicare alla nonna, a distanza di cinquant'anni, che il suo cognato preferito ("educato,
gentile, proprio bravo l'Aldo") non era più un disperso ma un caduto. Poco
tempo fa ho riscoperto qualche sua lettera e mi è tornata la curiosità di
saperne di più. Sul sito dell'Unirr ho trovato che Aldo Sichel, nato a Piacenza
il 5 maggio 1913, era un alpino, faceva parte della 216°
compagnia cannoni controcarro. È morto il 14 gennaio 1944 in un campo di prigionia:
il campo 29 Pakta Aral (Pachta Aral). Vado a vedere dov'è. È in Kazakistan. Pare
che lì molti siano morti di tifo. In famiglia si dice che Aldo è morto di fame,
scriveva che ne pativa. Apprendo che a Pakta Aral si lavorava nei campi
di cotone. Chissà. Scopro anche che lo zio era un bersalpino. Un bersagliere
del 7° reggimento bersaglieri 8° compagnia che era stato trasformato in un
alpino della Tridentina.
Quanto
poco so della sua sorte. Voglio leggere tutte le sue lettere, le devo
recuperare nei vari cassetti, comò, credenze a casa dei miei. Pensare alle emozioni di chi le ha lette allora. Nei pochi fogli che ho recuperato fin qui il prozio scrive che «sabato 18 corrente - luglio 1942 - si parte per la nostra
destinazione. Il più che mi dispiace è anche che durante il viaggio è proibito
scrivere... Dunque non datevi pensiero per me se non riceverete posta perché di
certo passerà un mese prima di farvi sapere... Dopotutto, bisogna rassegnarsi
al nostro destino e farsi coraggio, sperando sempre in bene.»
Ho avuto anch'io uno zio morto a pakta aral.si chiamava carlon costante 1920.mi interessa avere notizie il più possibile di quel campo 29.se ha qualcosa mi interesserebbe sapere.grazie
RispondiEliminaPietroianna@virgilio.it