giovedì 23 gennaio 2014

A spasso per la campagna russa (dal baule del traduttore).


Miniature
Aleksandr Solženicyn scrisse ( o forse è il caso di dire compose, dato che hanno un passo lirico) alcune brevi prose che chiamò Krochotki, Miniature. Sono  paesaggi schizzati su un taccuino durante un giro in bicicletta. Impressioni che occupano poco spazio ma si fissano nella memoria.  A me, che amo Esenin, è piaciuta soprattutto la sua commozione durante una visita a Kostantinovo, il paese dove era nato il poeta. Solženicyn si domanda come sia stato possibile che quell'angolo sperduto abbia ispirato tanta bellezza.  L'incanto di una stufa, di un'aia, dei prati che incastonano una pozza. Esenin fu - anche - un immaginista.
 Dice Aleksandr Solženicyn: "Nell'isba degli Esenin gli striminziti tramezzi non arrivano al soffitto, ripostigli, anfratti, nessuna stanza degna di questo nome. Nell'orto c'è una baracca senza finestre, e prima c'era il bagno. Sergej rincantucciato qui al buio componeva i primi versi. E dietro la siepe il solito campetto.
Cammino per questo villaggio, come ce ne sono tanti, dove anche adesso gli abitanti si preoccupano del pane, del guadagno e di ben figurare davanti ai vicini, e mi emoziono: una fiamma divina un tempo illuminò queste lande, e ancora oggi sento il suo calore sulle guance."

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