lunedì 6 gennaio 2014

"Fermati qui" disse Anatolij Pavlovič Suchanov....

...dal sedile posteriore, rivolto al paio di guanti scamosciati che reggeva il volante.


Cominciare il nuovo anno con l'incipit di un libro che piace (a me). Si tratta di "La vita di sogno di Suchanov", di Olga Grushin, pubblicato da Ponte alla Grazie nel 2006 e tradotto da Serena Prina. In Italia è ormai fuori catalogo e, se non lo si trova in libreria, si compra in Internet. Io lo ordino e lo regalo a Natale a chi mi regala un libro. L'ho trovato subito straordinario. È ambientato nella Mosca di qualche anno fa ed è la storia del direttore di un'importante rivista d'arte che, per una serie di fatti imprevedibili, incomincia a guardarsi dentro e guardando bene bene prima va in crisi e poi ritrova se stesso. Mi è piaciuto perché parla dell'ambiente dell'arte russa e di un'anima d'artista che nella vita ha fatto scelte anche meschine. Parla, in maniera appropriata e documentata, di cose di cui ho voglia di sentir parlare. Come dice la bandella (pure lei ottima e aderente al contenuto), che uso perché non so trovare parole migliori, racconta " la parabola struggente e poetica di un talento vigliaccamente svenduto e coraggiosamente ritrovato".
Anatolij Pavlovič recupera il meglio di sé, o quel che di sé gli piaceva di più, a 56 anni, "ridendo piano".

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