venerdì 27 dicembre 2013

Pane e passione

Mi sono laureata  tanti anni fa alla Statale di Milano. Il mio relatore era Eridano Bazzarelli, insigne slavista, docente di letteratura russa e valente traduttore. A lui devo la passione per la traduzione, nata durante un suo seminario sulla traduzione dell'Infinito di Leopardi fatta da Anna Achmatova. Conservo ancora gli appunti.  Eridano Bazzarelli era stato internato a Mauthausen. Non era ebreo, era un oppositore del regime, come dice nell'intenso ricordo che ha lasciato all'archivio dell'associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti. Ne estrapolo uno stralcio perché mi ha intenerito in quanto la dice lunga sulla passione per le lingue: "Nella mia situazione di deportato, precipitato in un mondo veramente alieno, assurdo, feroce, avevo una piccola fortuna: da molti anni coltivavo (in modo discontinuo ma appassionato) la lingua e la cultura russe, alle quali mi sarei poi, al mio ritorno, dedicato in maniera più sistematica. Conoscevo quindi già un po' di russo: e nel campo mi sono venuto a trovare con una gran massa di Russi, cosa che a me fece piacere, perché pensavo di avere la possibilità di esercitarmi col mio scarso e balbettante russo. Ed effettivamente trovai subito un rapporto, quasi d'amicizia, con alcuni russi, con i quali riuscivo a esprimermi, a parlare della loro letteratura che in parte conoscevo e che molti di loro, anche operai, conoscevano. Così in nome di Tolstoj, riuscivo a rimediare, ogni tanto, qualche pezzo di pane che qualcuno di loro, spontaneamente, mi dava".
Questo per dire quanto vale la cultura, la conoscenza.
Di Eridano Bazzarelli a me piacciono in particolare le traduzioni delle liriche di Fëdor Tjutčev. 

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