venerdì 28 febbraio 2014

Traduttore traditore

Quando traduco liberamente da un originale spagnolo o russo, non penso mai di tradire. Piuttosto compio un atto d'amore nei confronti della mia lingua madre e dei suoi lettori, rendendo il testo d'arrivo fluido, anche con l'aiuto e i buoni suggerimenti dei revisori. Se ho tradito, l'ho fatto inavvertitamente, prendendo fischi per fiaschi. Capita, tra le centinaia di pagine di un libro. Quando traduco evito di pensare agli specialisti che giudicheranno il prodotto finale, ma penso a chi si comprerà il romanzo per leggerlo:  il lettore, che merita rispetto. Cerco anche di prendere decisioni autonome, senza farmi influenzare dai giudizi che potranno essere espressi, tanto tutto non piacerà mai a tutti e non è questo il mio scopo. E poi il testo originale è dell'autore, ma la traduzione è mia (cito alto: Edoardo Sanguineti, da me molto rimpianto). La scelta di un termine, la resa di una frase sono sempre soggettive, e potrebbero essercene decine d'altre: una lingua è un paese meraviglioso e percorrendone le strade a volte si scivola.
In più, ci si mettono anche gli scrittori. Fanno scherzi (creativi e romantici), come questo del fiore giallo.
Da aire nuestro:
un fiore giallo sconosciuto e misterioso/una flor amarilla desconocida y misteriosa

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